11 April 2019
Impresa Carron: il BIM come opportunità per ottimizzare i processi
L’implementazione del BIM in una realtà delle costruzioni è un processo che richiede tempo e formazione, come ci racconta l’Ing. Tommaso Gasparin, BIM Manager dell’impresa di costruzioni generali Carron Cav. Angelo S.p.A.
Quali convinzioni vi hanno spinto a intraprendere la strada del BIM?
Il settore delle costruzioni ha subito una grande evoluzione nel corso degli ultimi anni e oggi più che mai risulta necessario gestire al meglio tempi e risorse garantendo una elevata qualità del costruito. Il BIM ci da l’opportunità di ottimizzare la gestione informativa del processo costruttivo, rendendo i dati più accurati e allo stesso tempo accessibili e facilmente visualizzabili. In un’economia “data driven”, vale la pena credere anche in questa trasformazione.
Come vi siete strutturati per implementare questa nuova metodologia nella gestione delle commesse?
Sono state introdotte delle figure dedicate alla gestione del BIM e creati dei team di lavoro trasversali, mettendo insieme competenze e esigenze differenziate per analizzare come il BIM possa integrarsi e agevolare i processi e il lavoro sul campo dei tecnici e degli operatori coinvolti. Stiamo sviluppando delle partnership per lo sviluppo della modellazione costruttiva, a supporto del cantiere, con la finalità di consegnare al cliente un modello as-built che possa essere ulteriormente integrato per l’utilizzo in fase di Facility Management. È un processo che richiede tempo, della formazione ad hoc e uno sforzo da parte delle persone coinvolte. Siamo appena all’inizio di un lungo percorso di crescita.
Qual è la “filosofia” seguita da Carron per il BIM?
Carron è una realtà con più di 50 anni di storia, in cui le persone, la professionalità e l’esperienza sono sempre state al centro. L’introduzione del BIM deve tener conto anche di questo, con l’obbiettivo di sviluppare un “linguaggio” comune, fornendo degli strumenti tecnologici “smart” adeguatamente fruibili a diversi livelli, in modo tale da facilitare la comunicazione e gli scambi di informazioni. La mission è quella di un processo sempre più integrato, tramite un approccio di miglioramento continuo.
Quali sono i vantaggi principali che riscontrate nella progettazione ed esecuzione dei lavori in BIM?
Per quanto riguarda la progettazione, un vantaggio fondamentale riguarda il coordinamento multidisciplinare. La possibilità di lavorare su modelli condivisi ha sicuramente migliorato il livello di controllo e coerenza della progettazione. Una clash detection ben sviluppata permette di individuare le interferenze critiche, cioè quelle che possono creare eventuali problemi in cantiere, anticipandone la risoluzione e evitando così possibili ritardi.
Un altro vantaggio riguarda l’estrazione e controllo delle quantità, in particolare per progetti complessi e di grande dimensione. Un modello BIM è innanzitutto un database, che se ben strutturato può esser facilmente interrogato. Questo ci permette di analizzare più facilmente le lavorazioni, quantificarle e individuarne il posizionamento spaziale in modo immediato. Successivamente possiamo associare queste lavorazioni ai relativi costi, arrivando dunque alla quantificazione e al controllo dei costi in fase di cantiere.
Introdurre un cambiamento simile in una struttura grande come la vostra non è facile: quali sono le maggiori difficoltà che state affrontando?
Si tratta sicuramente di un cambiamento importante, che coinvolge tutti i settori aziendali, a partire dalla fase di gara, attraverso la gestione del cantiere, fino al facility management. Da questo punto di vista, oltre all’introduzione di figure professionali dedicate, è necessaria una formazione specifica del personale, sia per l’utilizzo dei software, ma anche e soprattutto sotto l’aspetto metodologico. È importante coinvolgere e “mettere d’accordo” tutti, solo così si otterrà un vero miglioramento, non solo in termini di qualità, tempi e costi, ma anche nel lavoro quotidiano delle persone.
Oltre a ciò, poi, serve un riconoscimento di questi sforzi da parte della committenza, ci deve essere la consapevolezza che il BIM è un investimento. Tutti hanno da guadagnare rispetto a questa trasformazione, ma i vantaggi maggiori in assoluto arrivano in fase di gestione, trattandosi della fase più durevole del ciclo di vita dell’opera. In tal senso, le richieste che arrivano ad oggi risultano ancora poco specifiche. Il BIM è uno dei “topic” del momento, ma le richieste devono essere ponderate e gli usi del modello chiariti, in modo da centrare gli obbiettivi che si intendono raggiungere. Tutta la filiera deve crescere in questo senso, a partire dai committenti, attraverso la progettazione per arrivare alle imprese. La capacità dei fornitori di interfacciarsi con questo sistema è un altro degli aspetti chiavi per il successo del processo “BIM based”.
Il BIM è uno strumento competitivo anche nella gestione di commessa? Qual è il grado di interazione tra modello e gestione del cantiere?
Sicuramente il BIM può dare un contributo sostanziale in fase di gestione della commessa. Lo sviluppo dei modelli costruttivi agevola il controllo e coordinamento tra le diverse discipline. Abbiamo la possibilità di visualizzare le fasi costruttive, attraverso lo sviluppo di un cantiere virtuale, associato al programma lavori. Questo ci permette anche di monitorare la produzione, tramite un confronto immediato tra il pianificato e quanto effettivamente realizzato. Stiamo lavorando sulla “portabilità” dei modelli in cantiere, tramite applicativi che permettano l’accesso anche agli operatori che non hanno una preparazione specifica. Chiaramente molto dipende anche dalla controparte. Per la gestione degli avanzamenti e della contabilità, serve collaborazione e un adeguata attività preparatoria in accordo con la direzione lavori. Il BIM Execution Plan resta un documento chiave anche in fase di costruzione.
Può raccontarci di alcuni progetti recenti che sono esemplari del vostro percorso nell’implementazione del BIM?
Il nuovo edificio direzionale a Bresso per la Zambon Farmaceutica, all’interno del Campus “Open Zone”, è stato scelto come “Progetto Pilota” per testare un processo BIM completo, che include la fase di programmazione e pianificazione, computazione e controllo dei costi. Sono stati prodotti i modelli costruttivi in corso di sviluppo del cantiere, e sono oggi in fase di ultimazione i modelli BIM as-built (AIM), che includono schede tecniche e manuali di manutenzione orientati alla gestione dell’opera, con la possibilità di essere utilizzati nella programmazione e gestione degli interventi futuri.
Un altro esempio è la Cittadella della Salute di Treviso, in corso di realizzazione: il gruppo di progettazione (PoolEngineering, L+Partners, Steam) si è avvalso della metodologia BIM già dalla fase di progetto definitivo. Questo ci ha permesso un efficace controllo della progettazione, e delle attività di value engineering, pianificazione e stima dei costi.
Come vede lo sviluppo del BIM in Italia?
Sicuramente negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione attorno al tema del BIM. Abbiamo oggi delle norme di riferimento e l’obbligatorietà, a importi crescenti, per gli appalti pubblici. Sono in fase di pubblicazione una serie di bandi in cui finalmente si iniziano a vedere i frutti di questo sviluppo, almeno da un punto di vista della domanda. Questo servirà di certo a supporto della diffusione, quanto meno a livello di concetto. Bisogna però che tutti facciano la loro parte in questo processo, per passare dai “casi studio”, ad una applicazione solida e diffusa. Si tratta comunque di un nuovo approccio, servono tempo e investimenti: le figure professionali di esperienza vanno coinvolte e formate, i giovani vanno fatti crescere, solo così si arriverà a cogliere il reale valore di questa trasformazione.